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intro: LAm MIm7 FA7+ LAm MIm7 FA7+LAm MIm7 Il carretto passava e quell'uomo FA7+ gridava "gelati" LAm MIm7 al ventuno del mese i nostri soldi FA7+ erano già finiti LAm MIm7 io pensavo a mia madre e rivedevo i FA7+ suoi vestiti LAm MIm7 il più bello era nero coi fiori non FA7+ ancora appassiti LAm MIm7 FA7+ LAm MIm7 FA7+ LAm MIm7 All'uscita di scuola i ragazzi FA7+ vendevano i libri LAm MIm7 io restavo a guardarli cercando il FA7+ coraggio per imitarli LAm MIm7 poi sconfitto tornavo a giocar con la FA7+ mente i suoi tarli LAm MIm7 e la sera al telefono tu mi dicevi FA7+ SOL MIm7 perché non parli DO SOL Che anno è che giorno è questo è il REm MI7 LAm LAm7 Tempo di vivere con te le mie mani come REm vedi non tremano più SOL MI7 e ho nell'anima in fondo all'anima DO cieli immensi SOL REm e immenso amore e poi ancora ancora LAm amore amor per te LAm7 REm fiumi azzurri e colline e praterie dove SOL MIm7 corrono dolcissime LAm LAm7 le mie malinconie l'universo trova REm spazio dentro me LAm MIm7 FA7+ ma il coraggio di vivere quello ancora non c'è LAm MI7 FA7+ LAm MIm7 FA7+ LAm MIm7 I giardini di marzo si vestono di nuovi FA7+ colori LAm MIm7 e le giovani donne in quel mese vivono FA7+ nuovi amori LAm MIm7 camminavi al mio fianco e ad un tratto dicesti tu FA7+ LAm MIm7 FA7+ Muori se mi aiuti son certa che io ne verrò fuori LAm MIm7 FA7+ ma non una parola chiarì i miei pensieri LAm MIm7 FA7+ SOL MI7 continuai a camminare lasciandoti attrice di ieri DO SOL REm Che anno è che giorno è questo è il tempo MI7 LAm LAm7 di vivere con te le mie mani come vedi non REm tremano più SOL MI7 DO e ho nell'anima in fondo all'anima cieli immensi SOL DOm e immenso amore e poi ancora ancora amore amor LAm LAm7 REm per te fiumi azzurri e colline e praterie dove SOL MI7+ corrono dolcissime LAm LAm7 REm le mie malinconie l'universo trova spazio dentro me LAm MIm7 FA7+ ma il coraggio di vivere quello ancora non c'è LAm MIm7 FA7+ LAm MIm7 FA7+ LAm9
"Che anno è, che giorno è"... chi non sa continuare il ritornello di uno dei brani più noti di Lucio Battisti e dell'intero panorama della musica leggera italiana? Il brano fa parte dell'album Umanamen- te uomo: il sogno del 1972, ed è un'auto- biografia del paroliere Mogol che rivive alcuni momenti della sua infanzia, fatta di povertà e di gravi ansie post-belliche. "Il carretto passava e quell'uomo gridava: gelati! Al ventuno del mese i nostri soldi erano già finiti" Sono dei ricordi dello stesso Mogol che in alcune interviste a proposito della canzone ha confermato: "Mi ri- cordo il punto esatto dove passava un carretto dove potevamo comprare per 10 lire dei gelati quadrati e due biscotti, ma quando si era vicini alla fine del mese mia madre non mi dava i soldi, la vita era dura anche per i miei, la situazione economica non era florida. Mi stupivo che i fiori sui suoi vestiti non fossero ancora appassiti perché li aveva portati così tante volte che era un miracolo che non fossero sciupati"1 ("Io pensavo a mia madre e rivedevo i suoi vestiti, il più bello era nero coi fiori non ancora appassiti"). Battisti rende magistralmente con una musica ed un'interpretazione struggente i ri- cordi e il malessere di vita di quegli anni fatti di incertezze e di dubbi più che esistenziali. La ricerca di un perché per uscire fuori dall'angosciante quotidianità esplode musicalmente nel ritornello che sembra dare fiducia al protagonista della sto- ria ma per poi rivelarsi alla fine della canzone una illusione. Un tradimento, "cammi- navi al mio fianco e ad un tratto dicesti tu muori, se mi aiuti son certa che ne verrò fuori, ma non una parola chiarì i miei pensieri continuai a camminare lasciandoti attrice di ieri", porta il protagonista e la musica a ritornare nella malinconia pro- fonda amica stretta della depressione: "ma il coraggio di vivere quello ancora non c'è". Il finale si chiude nel presente lasciando il passato ma dal passato il protagonista si rende conto di non essersi mai staccato e quel malessere di vivere non lo abbandona mai. Nel 2006 fu pubblicato l'album tributo a Lucio Battisti, Inno- centi evasioni: I giardini di marzo era presente con una su- ggestiva versione unplugged del canatautore Luciano Ligabue.