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- Ho visto un re.
- Sa l'ha vist cus'e`?
- Ha visto un re!
RE
- Ah, beh; sì, beh.
LA7
- Un re che piangeva seduto sulla sella
piangeva tante lacrime, ma tante che
RE
bagnava anche il cavallo!
- Povero re!
- E povero anche il cavallo!
- Ah, beh; sì, beh.
LA7
- è l'imperatore che gli ha portato via
un bel castello...
- Ohi che baloss!
RE
- ...di trentadue che lui ne ha.
- Povero re!
- E povero anche il cavallo!
- Ah, beh; sì, beh.
- Ho visto un vesc...
- Sa l'ha vist cus'e`?
- Ha visto un vescovo!
- Ah, beh; sì, beh.
LA7
- Anche lui, lui, piangeva, faceva
un gran baccano, mordeva anche una mano.
- La mano di chi?
RE
- La mano del sacrestano!
- Povero vescovo!
- E povero anche il sacrista!
- Ah, beh; si`, beh.
LA7
- è il cardinale che gli ha portato via
un'abbazia...
- Oh poer crist!
RE
- ...di trentadue che lui ne ha.
- Povero vescovo!
- E povero anche il sacrista!
- Ah, beh; si`, beh.
- Ho visto un ric...
- Sa l'ha vist cus'e`?
- Ha visto un ricco! Un sciur!
- Ah, beh; sì, beh.
LA7
- Il tapino lacrimava su un calice di vino
ed ogni go..., ed ogni goccia andava...
- Deren't al vin?
RE
- Sì, che tutto l'annacquava!
- Pover tapin!
- E povero anche il vin!
- Ah, beh; sì, beh.
LA7
- Il vescovo, il re, l'imperatore
l'han mezzo rovinato
gli han portato via
tre case e un caseggiato
RE
- ...di trentadue che lui ne ha.
- Pover tapin!
- E povero anche il vin!
- Ah, beh; sì, beh.
- Ho vist un villan.
- Sa l'ha vist cus'e`?
- Un contadino!
- Ah, beh; sì, beh.
LA7
- Il vescovo, il re, l'imperatore,
persino il cardinale, l'han mezzo rovinato
gli han portato via:
la casa / il cascinale / la mucca / il violino
la scatola di kaki / la radio a transistor
i dischi di Little Tony / la moglie!
- E po`, cus'e`?
LA7
- Un figlio militare
gli hanno ammazzato anche il maiale...
- Pover purscel!
RE
- Nel senso del maiale...
- Ah, beh; si`, beh.
LA7
- Ma lui no, lui non piangeva, anzi: ridacchiava!
Ah! Ah! Ah!
- Ma sa l'è, matt?
- No! / Il fatto è che noi villan... / Noi villan...
RE LA7
E sempre allegri bisogna stare
RE
che il nostro piangere fa male al re
LA7
fa male al ricco e al cardinale
RE
diventan tristi se noi piangiam,
LA7
e sempre allegri bisogna stare
RE
che il nostro piangere fa male al re
LA7
fa male al ricco e al cardinale
RE
diventan tristi se noi piangiam!
Ho visto un re è una ballata folk incisa da Enzo Jannacci nel 1968, incluso nell'album del cantautore milanese, Ven- go anch'io. No, tu no. La parte ritmica è somigliante ad un certo tipo di musica spagnola, partico- larmente quella della tradizione cata- lana. Per questo, spesso si sono ricon- dotte le sue origini ad una vecchia canzone di quella zona. In realtà, a distanza di tempo, grazie alle rivelazioni del montatore Claudio Cormio, è diventata sempre più chiara la storia della sua creazione. Ho visto un re fu composta per lo spettacolo teatrale Ci ragiono e Canto N°2, diretto da Dario Fo nel 1969, seguìto di un altro spettacolo Ci ragiono e canto del 1966. Le performance ebbero una forte valenza antropologica, documentaristica, in quanto, ten- tavano di analizzare le condizioni del proletariato italiano, della classe più popolare (Ci ragiono), attraverso canti popolari di tutte le regioni italiane (...e canto). Non a caso i due spettacoli nascono per volere dell'Istituto Ernesto De Martino, uno dei più illustri antropologi della penisola. Anche se, bisognerebbe precisare, a tal propo- sito, che per il secondo spettacolo, molte canzoni furono spacciate per popolari ma in realtà non erano altro che canzonette scritte da Dario Fo su musiche folk composte appo- sitamente. Nella fattispecie, Ho visto un re, fu composta da Dario Fo per la parte testuale e da Paolo Ciarchi per quella musicale ma siccome il musicista Ciarchi, all'epoca, non era ancora iscritto alla SIAE, firmò per motivi legali la composizione un prestanome, il maestro Ernesto Esposito. Pochi sanno che la canzone è cantata oltre che in dialetto milanese, anche in quello to- scano, infatti, la strofa ripetuta "Ah beh. Si beh!" deriva da un modo di canto toscano chiamato "Bey". La canzone che Jannacci, censurata da Canzonissima del '68, fu cantata dallo stesso con vari artisti, oltre Cochi e Renato nella prima versione, a coadiuvare il cantautore me- dico, si sono prestati lo stesso Dario Fo, Giorgio Gaber, Paolo Rossi e, nella quarta puntata del programma televisivo di Adriano Celentano, 125 milioni di caz...te (2001), a una memorabile esibizione corale, parteciparono Dario Fo, Adriano Celentano e Antonio Albanese.