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DO SOL7
Questa è la storia di uno di noi
DO
anche lui nato per caso in via Gluck
SOL7
in una casa fuori città
DO
gente tranquilla che lavorava
LAm DO
Là dove c'era l'erba ora c'è una città
LAm DO SOL7 DO
e quella casa in mezzo al verde ormai dove sarà?
SOL7
Questo ragazzo della via Gluck
DO
si divertiva a giocare con me
SOL7
ma un giorno disse, vado in città
DO
e lo diceva mentre piangeva
SOL7
io gli domando amico, non sei contento?
DO
vai finalmente a stare in città.
LAm DO
Là troverai le cose che non hai avuto qui
LAm DO
potrai lavarti in casa senza andar giù nel cortile!
SOL7
Mio caro amico, disse, qui sono nato
DO
e in questa strada ora lascio il mio cuore.
Ma come fai a non capire
SOL7 DO
che è una fortuna per voi che restate
SOL7
a piedi nudi a giocare nei prati
DO
mentre là in centro io respiro il cemento.
LAm DO
Ma verrà un giorno che ritornerò ancora qui
LAm DO
e sentirò l'amico treno che fischia così, "wa wa"!
SOL7
Passano gli anni, ma otto son lunghi
DO
però quel ragazzo ne ha fatta di strada
ma non si scorda la sua prima casa
SOL7 DO
ora coi soldi lui può comperarla
SOL7
torna e non trova gli amici che aveva
DO
solo case su case, catrame e cemento.
LAm DO
Là dove c'era l'erba ora c'è una città
LAm DO
e quella casa in mezzo al verde ormai, dove sarà?
DO FA SOL
La la la... la la la la la...
DO
Eh no, non so perché
LAm DO
perché continuano a costruire le case
LAm
e non lasciano l'erba, non lasciano l'erba,
DO LAm
non lasciano l'erba, non lasciano l'erba,
DO
eh no, se andiamo avanti così
SOL7 DO
chissà come finirà, chissà...
Il ragazzo della via Gluck è certamente una delle canzoni più rappresentative di Adriano Celentano, tanto è vero che lo stesso viene, a volte, sottinteso proprio con la suddetta locu- zione del titolo. Nata in collaborazione con i parolieri Lu- ciano Beretta e Miki Del Prete, il compositore, Detto Mariano e lo stesso Adriano, la canzone tratta del problema dell'abuso edilizio che negli anni '60, quelli del boom economico, incominciava ad affiorare, in specie nella capitale economica italiana, Milano, che fu invasa letteralmente da colate di cemento allo scopo di costruire cubi, con finestre, sempre più alti per far posto alle tante persone che giungevano nel Nord della penisola per motivi lavorativi (almeno questa fu la giustificazione) ma, soprattutto, per specu- lare sulle stesse. Tutto questo ovviamente avveniva a discapito dell'ambiente ma anche a discapito dell'umanità di una città che veniva così depredata anche dei sentimenti più veri e sinceri, quelli che si potevano ritrovare nella tradizione, nell'amicizia, nel- l'amore. E' un tema, quello ambientalista, che tornerà spesso nella discografia di Adriano Celentano, che non risparmierà mai qualche stoccata agli architetti votati alla bruttez- za, pur di guadagnare su "scatole di cemento". La canzone proprio per i suoi temi sociali, antropologici, fu presa in considerazione del regista-poeta Pier Paolo Pasolini per farne un film ma questi non poté mai realiz- zarlo per la sua tragica, prematura, morte. Il video che, invece, Celentano ne fece può essere già di per sé considerato un vero e proprio cortometraggio documentaristico, un moderno reportage in musica. Si vede in- fatti la casa di cui il cantautore parla nella sua ballata folk, la sua casa natale, in via Gluck e poi successivamente gli alti edifici in costruzione. La canzone ha ovviamente molti riferimenti autobiografici, oltre quelli alla via Gluck in cui Adriano abitò con i suoi genitori emigrati dalla provincia foggiana, si evidenzia la frase "Passano gli anni... ma otto son lunghi", che possono essere configurati come gli anni che intercorrono tra i suoi esordi come cantante, 1958, a quelli del presente in cui canta Il ragazzo della via Gluck, 1966. Nonostante il successo che Il ragazzo della via Gluck ebbe, c'è da ricordare che la stessa, partecipò al Festival di Sanremo del 1966 riscuotendo un clamoroso flop, addi- rittura esclusa alla prima serata. Nel 1968, Celentano, insieme con la solita coppia Beretta-Del Prete e il maestro Car- lo Rustichelli, compongono La storia di Serafino per il film Serafino di Pietro Germi, la canzone pubblicata su 45 giri nel 1969 dal Clan, ha come inizio il finale de Il ra- gazzo della via Gluck. Adriano Celentano ne farà, poi, una versione del tutto originale nel 2004, con l'ela- borazione del testo in lingua cleola di Teofilo Chantre, lo stesso duetterà con la can- tante capoverdiana Cesaria Evora in Quel casinha, una cover dal "sapore" jazz-latino.