IERI Renato Abate, in arte Garbo, è stato un precursore
della New Wave italiana, corrente musicale,
dicendente diretta del punk-rock, in voga
nei primi anni '80.
Fondamentale per la sua carriera fu la proli-
fica collaborazione con il musicista Renato
Colombo, marito dell'allora voce dei Matia
Bazar, Antonella Ruggiero, gruppo con cui il cantautore milanese
soventemente collabora.
Tra tutte le collaborazioni si ricordi il singolo Quanti anni hai?
del 1983 che ebbe un buon successo.
Garbo non si identifica come un semplice cantautore ma fu un innova-
tore dal punto di vista musicale, la sua musica dei primi anni '80
era unica nel suo genere, fatta di sonorità ricercate nell'elettro-
niche "onde" dei synth.
Fu questa novità, per la musica italiana,
che, nel 1984, gli fece vincere il premio
della critica alla sua prima partecipazione
al Festival di Sanremo con la canzone che
lo consacrò anche al grande pubblico:
Radioclima.
Di lì in poi la sua carriera fu foriera di soddisfazioni, il suo nome
identificava un vero e proprio genere dell'epoca che nel frattempo
aveva conosciuto molti altri interpreti. Tutto questo fino al 1988,
anno a cui risale la sua ultima apparizione televisiva all'allora
Festivalbar.
OGGI
Garbo dagli anni '90 ad oggi non ha smesso di fare il suo lavoro:
il cantautore. Ai 5 album che egli pubblicò dall'81 al '88,
si devono aggiungere altri dieci, editi dal 1990 al 2015.
In realtà quello che ha smesso di fare per sua scelta, come egli
stesso ha avuto modo di affermare in un'intervista per onda rock1,
è di frequentare la TV spazzatura, definita dallo stesso cantautore
milanese: "di merda!". Un mezzo più volte propostogli con i suoi
nuovi format ma che egli ha sempre, convintamente, rifiutato.
Si aggiunga poi l'abbandono delle grandi major discografiche che
hanno smesso di apportare un aiuto commerciale ai suoi progetti che
sono stati, per questo, pubblicati con etichette libere a cui spesso
viene vietata però una libera distribuzione nelle radio gestite e
"targetizzate" dall'elette etichette commerciali che la fan da padro-
ne.
Difatti anche per questo, evidentemente, Garbo ha dichiarato d'essere
favorevole addirittura alla musica scaricabile gratuitamente dal web:
"Io sono assolutamente a favore della musica anche online gratis.
L'industria discografica ha fallito e deve pagare i propri falli-
menti".
Se poi si ricorda anche il fatto che la massificazione ha reso i
cantanti delle mere statue preconfezionate a cui si toglie la
possibilità di esprimersi liberamente senza
alcun limite all'estro e alla propria fanta-
sia, si può capire il grande arcano della
scomparsa di Garbo.
Dunque, il Waver lombardo non è sparito,
semplicemente non ce ne danno notizia.
Le sue onde degli ultimi album sono poche
amplificate dall'industria discografica, quella che oggi, più che
mai, non decide solo la musica da veicolare ma anche la vita
dell'artista che la deve interpretare.